Il vaso multiasse del ciliegio

Il ciliegio si rinnova con un nuovo sistema d’allevamento. Come si realizza? Come si deve potare? La redazione di Plantgest ha realizzato questo articolo con il supporto della Soi-Società ortoflorofrutticola italiana e di Agrimeca.

 

La potatura, in base a quanto descritto dall’enciclopedia Treccani, rappresenta un’operazione di asportazione di rami o parte di rami o radici – soprattutto in piante fruttifere ed ornamentali – allo scopo di dare (o far mantenere) ad una pianta una forma prestabilita, di regolarne o migliorarne la produzione dei frutti o di sopprimerne parti invecchiate o malate. Una tecnica che in arboricoltura, sia in fase d’allevamento che in fase di produzione, rappresenta un elemento chiave nella coltivazione della pianta.

Ogni pianta da frutto ha le sue esigenze e le sue specifiche per cui anche la tecnica di potatura si modella in base alla specie che abbiamo d’avanti ed alle esigenze di coltivazione. Anche il ciliegio quindi ha la sua potatura, o meglio ha le sue potature. In linea generale il ciliegio è una pianta che non sopporta tagli drastici. Per questo occorre intervenire in modo lieve ma mirato. Per analizzare al meglio la situazione della potatura del ciliegio abbiamo chiesto a Lorenzo Laghezza – tecnico ed agronomo dello Studio tecnico Agrimeca e socio Soi – di parlarci di come va gestita al meglio la tecnica di taglio di questa drupacea ed in particolare del vaso multiasse, una facile e pratica alternativa ai sistemi d’allevamento più tradizionali ed più usati. Per informazioni generiche sulla potatura del ciliegio è possile leggere l’articolo di settembre 2020 pubblicato su AgroNotizie e scritto da Tommaso Cinquemani: clicca qui per accedere all’articolo.

Questa forma d’allevamento si sta sviluppando soprattutto nella cerasicoltura pugliese e permette una notevole facilità di gestione della chioma, oltre consentire l’adozione di moderni sistemi di protezione dagli eventi atmosferici avversi. L’unico vincolo è il portinnesto magaleppo o comunque portinnesti vigorosi. Le varietà che più si sono adattate meglio a questa tecnica sono: Sweet Aryana® PA1UNIBO*, Sweet Lorenz® PA2UNIBO*, Sweet Gabriel® PA3UNIBO* e Giant Red® Mariant*. Quali sono i principali vantaggi del vaso multiasse? Un’elevata produzione per pianta, frutti di grossa pezzatura ed intensa colorazione, croccantezza della polpa, buona resa produttiva, facilità di raccolta e di gestione da terra della pianta, possibilità di poter proteggere l’impianto con strutture antigrandine e antipioggia. Tutti elementi che garantiscono produzione, reddito e conferiscono sicurezza all’investimento.

Ciliegio allevato a vaso multiasse: quantità e qualità al servizio del reddito
(Fonte foto: © Agrimeca – Lorenzo Laghezza)

“La coltura del ciliegio – spiega Laghezza -, dopo un periodo di grande espansione e di successo (grazie anche ai prezzi di mercato, alle novità in ambito di sistemi d’impianto, coperture, portinnesti e varietà) ha subito una battuta d’arresto. Complice di questa contrazione delle superfici coltivate le ultime annate climaticamente disastrose, soprattutto nel periodo di raccolta, che hanno tolto entusiasmo e passione agli agricoltori oltre che reddito. Il ciliegio però rimane una coltura che può ancora dare grande soddisfazione a chi la pratica. Al fine di dare nuovo slancio si propone qui di seguito una ‘nuova’ modalità di conduzione della pianta: il vaso multiasse. I principi base di questa forma di allevamento che potrebbe rivoluzionare la coltura, specialmente negli areali storici di coltivazione del ciliegio, anticipando l’entrata in produzione e prestandosi facilmente alla copertura con film plastici antipioggia (requisito imprescindibile per i nuovi impianti), sono molto semplici e facilmente applicabili anche da neofiti del settore.
Fondamentale è disporre di un portinnesto di medio-alto vigore (P. mahaleb, Colt, Maxma 60, etc.) che dia forza alla varietà scelta supportando la parte aerea senza necessità di strutture di sostegno (e quindi senza aggravio di costi). L’astone dovrà essere spuntato a 50-60 cm da suolo in funzione dell’altezza di lavorazione delle macchine scelte per la gestione del filare (diserbo/lavorazione) preferendo la altezza minima al fine di avere un impianto pedonale e quindi facile da gestire da terra. Nel corso del primo anno di vegetazione si effettuerà il raccorciamento in verde dei germogli a 15-20 cm dall’inserzione sul tronco, su materiale semilegnoso, con il fine di avere una rapida ripartenza vegetativa ed un numero medio di 15-20 assi per pianta.
Assieme al taglio di raccorciamento in verde, nel corso del primo anno, è necessario fare un’adeguata gestione idrica e nutrizionale della pianta ma anche una corretta difesa fitosanitaria, specialmente per quanto riguarda lepidotteri fitofagi e cicaline. L’obiettivo primario è infatti incrementare il numero di gemme che si schiuderanno dopo la cimatura e quindi in definitiva il numero di assi totali che costituiranno la chioma della pianta. E’ opportuno inoltre garantire una buona crescita dei giovani assi che dovranno allungarsi e successivamente lignificare”.

Piante di ciliegio serie Sweet allevate a vaso multiasse
(Fonte foto: © Agrimeca – Lorenzo Laghezza)

“I germogli così ottenuti andranno fatti crescere in altezza a tutta cima, senza ulteriori cimature nel corso del primo anno. Qualora il numero di assi alla fine della prima stagione non sia sufficiente, si potrà intervenire nella potatura invernale raccorciando gli assi più vigorosi a 20-25 cm dal punto d’inserzione sul tronco in modo da ottenere un’ulteriore ramificazione nelle zone vuote, andando così a riequilibrare la vigoria a favore gli assi più deboli. In inverno sarà inoltre opportuno eliminare i germogli anticipati laterali, specialmente nelle porzioni apicali degli assi. Nessuno degli assi interni andrà rimosso, in modo da ‘obbligare’ gli assi più esterni ad aprirsi ed ottenere così una pianta che possa riempire lo spazio attorno.
Nella stagione successiva le operazioni di potatura si limiteranno a semplici interventi in verde di eliminazione dei germogli in eccesso nella parte interna, e di regolazione della crescita degli assi, indebolendo quelli più forti mediante l’eliminazione dei germogli laterali che partono attorno alla cima. alla fine della seconda stagione si può procedere ad assolare nuovamente i germogli terminali degli assi.
Così facendo ai principi della terza foglia sarà possibile avere delle piante rivestite di dardi produttivi nella parte basale e quindi già in grado di portare frutto. L’aspetto chiave risiede proprio nel non spuntare mai i rami di un anno per non avere ramificazioni in punta che richiamerebbero solo linfa e, in varietà vigorose, andrebbero ad accecare i dardi presenti nella parte sottostante.
Nel corso degli anni – conclude Laghezza – è opportuno provvedere ad eliminare gradatamente gli assi interni che creano maggiore ombreggiamento, preoccupandosi nel frattempo di rinnovare gli assi esauriti o troppo vigorosi, mediante incisioni laterali sulle gemme in posizioni aperte”.

Potete trovare alcuni tutorial sulla potatura del ciliegio sul canale Youtube di Plantgest. I video sono stati realizzati, nel corso degli ultimi anni, con la collaborazione di Geoplant Vivai. Guarda ‘Come fare la potatura di produzione sul ciliegio?’, ‘Ciliegio: conosciamo le diverse formazioni fruttifere’, ‘Come fare la potatura di allevamento sul ciliegio?’ e ‘Ciliegio, il taglio del caporale e la potatura di allevamento’.

Un esempio pratico a Bari

Un ceraseto nel quale è stato adottato il vaso multiasse è stato realizzato a Conversano (BA) in una zona produttiva dove si raccoglie nei primi giorni di maggio, quindi molto precocemente. L’impianto si estende su una superficie di circa 3 ettari, con 667 piante/ha con sesti d’imnpianto di 5 metri tra le file e 3 metri sulla fila. I primi frutti si sono avuti a partire dalla 3a foglia, con una produzione di circa 5 kg per pianta. Alla 5a foglia la produzione è stata di 28 kg/pianta (corrispondenti a circa a 18,7 t/ha).
Anche il calibro è stato elevato: le varietà della Serie Sweet e Giant Red® Mariant* hanno raggiunto i 26 mm ed oltre (con una prevalenza di frutti nelle classi 28-30, 30-32 e 32+). Sapore, elevata consistenza della polpa, croccantezza e tenuta in pianta sono altri elementi che si sono messi in risalto. La raccolta di queste varietà si è concentrata tra la prima e la terza settimana di maggio, con Sweet Aryana® prima varietà a maturare, seguita da Sweet Lorenz®, Sweet Gabriel® e, infine, Giant Red®.

Questo approfondimento è stato realizzato grazie al contributo della Soi-Società ortoflorofrutticola italiana, di cui Lorenzo Laghezza è socio. Sin dalla sua fondazione nel 1953, la Soi (già Società orticola italiana) si adopera per sviluppare la cooperazione scientifica e tecnica tra il mondo della ricerca, gli imprenditori ed i professionisti del settore orto-floro-frutticolo, interessando con le sue azioni ed attività un ampio settore dell’agricoltura che include le colture arboree da frutto e da legno, le piante ortive, le colture floricole, le piante ornamentali, il vivaismo, i tappeti erbosi e la gestione del paesaggio e la tutela degli spazi a verde, con il fine ultimo di favorirne il progresso e la diffusione. La Soi promuove studi, ricerche, convegni, mostre attività editoriali ed altre iniziative attraverso le attività delle sue sezioni e dei gruppi di lavoro. Nel 2021 la Soi renderà disponibili su piattaforma Zoom dei webinar (guarda il programma), gratuiti per i soci Soi ed a pagamento per i non soci Soi.

Autore: Lorenzo Cricca
© Plantgest – riproduzione riservata

Data di pubblicazione: 28/02/2021