Tra crisi e rilancio, la prima tappa del viaggio nell’innovazione in agricoltura mette sul tavolo alleanze, innovazione e varietà.
C’è chi pensa che l’innovazione in agricoltura si faccia solo nei laboratori. Ma ieri, a Conversano, tra i filari ordinati di ciliegi e le chiacchiere scambiate sotto i gazebo, è andato in scena un altro tipo di ricerca: quella fatta di piedi nella terra, confronti insoliti e voglia di cambiare davvero. La Cherry Exhibition 2025, promossa da Fruit Communication e Doctor Farmer, ha richiamato oltre 100 tra tecnici, vivaisti, istituzioni e agricoltori da tutta la Puglia. Non la solita “giornata in campo”, ma un hub temporaneo di idee, confronti e proposte concrete.
Il punto di partenza? La constatazione di una crisi. Mentre Paesi come Georgia, Armenia, Azerbaigian e Uzbekistan stanno investendo massicciamente nella cerasicoltura, in Italia il comparto fatica. Le varietà sono ancora quelle di una volta, le strutture produttive disomogenee, le sfide ambientali e commerciali crescono. Ma proprio per questo, il fermento avvertito nella prima tappa del viaggio nell’innovazione in agricoltura ha assunto il sapore di una possibile svolta.
Cherry Exhibition: varietà e alleanza per ricominciare
A dare il via all’evento, l’intervento di Luca Fortunato, vivaista e partner dell’iniziativa, che ha subito tracciato una direzione chiara: innovare sì, ma insieme.
“Dovete ritenerci vostri partner, chiedete più qualità, certificazioni, materiale sano” – ha detto senza mezzi termini, chiamando i produttori a una collaborazione seria tra mondo produttivo e vivaismo. Il suo focus è stato il rinnovamento varietale e l’importanza di scegliere portinnesti moderni: “È importante conoscere e selezionare le varietà giuste – ha spiegato – ma altrettanto fondamentale è poi confrontarsi con la parte commerciale”.
A seguire, il microfono è passato a Francesco Paolicelli, presidente della IV Commissione Sviluppo Economico della Regione Puglia, che ha rilanciato il tema della collaborazione: “Occorre fare rete, abbattere la diffidenza, innovare tanto in termini di coperture che di varietà, introdurre i giovani nel comparto”. E a riguardo ha poi posto l’accento sul ruolo centrale delle istituzioni a sostegno di comparti produttivi come quello cerasicolo pugliese, con particolare riferimento alle recenti misure attuate dalla Regione Puglia per favorire gli investimenti nelle coperture: “È poco, sicuramente, ma è già un primo passo. Come lo sono queste occasioni che ritengo fondamentali per incontrarsi, conoscersi, fare di più e anche ottenere di più”.

Dentro il ciliegeto
All’interno del ciliegeto, la parola è passata all’agronomo di Agrimeca Grape and Fruit Consulting, Lorenzo Laghezza che ha scattato una fotografia dettagliata dello stato del comparto: “Negli ultimi tre anni una serie di fattori – moria, siccità, mancanza di freddo – ha accelerato una crisi già in corso. Ma i prezzi elevati hanno mascherato la fragilità del sistema”. Nel suo intervento, l’agronomo ha poi dedicato ampio spazio anche ai sistemi di copertura, sottolineando come oggi siano sempre più necessari, e rimarcato l’urgenza di un rinnovamento varietale profondo, ricordando che “sono attivi oltre 50 programmi di ricerca”, segno di un comparto in fermento – almeno all’estero. In ultimo, l’esperto si è soffermato su due delle varietà presenti in campo, la Royal Tioga®, già raccolta, e la Sweet Arianna®, di cui ha analizzato punti di forza e criticità, in un confronto pratico tra teoria e realtà agronomica.
Ricerca sartoriale e gestione su misura
A questo punto, la parola è passata a Pasquale Losciale del Di.S.S.P.A. dell’Università di Bari, che ha posto l’accento sul ruolo della ricerca come strumento di alleanza lungo tutta la filiera. “Serve parlare la stessa lingua per affrontare i problemi”, ha detto. Tra i punti affrontati, l’importanza di concetti agronomici spesso trascurati, come l’endodormienza e il fabbisogno in freddo delle piante: “Queste informazioni devono essere inserite nella scheda varietale, sono fondamentali”. E ha lanciato una proposta che ha il sapore dell’artigianato agricolo: “Occorre un lavoro sartoriale: ogni elemento va cucito a seconda delle esigenze della varietà e del territorio”.
Subito dopo è stata nuovamente la volta dell’agronomo Laghezza che ha guidato i presenti alla scoperta di altre due varietà, Sweet Lorenz® e Sweet Gabriel®, osservate da vicino per comprenderne comportamento, esigenze e potenzialità.
A chiudere la Cherry Exhibition 2025, l’intervento a cura di Luigi Tarricone del CREA-VE di Turi, che ha riportato l’attenzione sulle basi agronomiche: “Non abbiamo varietà davvero tolleranti al cracking, quindi i sistemi di irrigazione vanno ripensati. E attenzione al benessere radicale: più sostanza organica, più compost, più microbiota del suolo”. Tutti elementi – come ricordato dal ricercatore – indispensabili per migliorare la gestione dell’acqua, allungare il ciclo vitale dei dardi fruttiferi e rendere più efficiente la raccolta, specialmente in un’epoca in cui la manodopera è sempre più difficile da reperire. “E poi – ha concluso – è fondamentale la gestione post-raccolta: curiamo le colture anche quando tutto è finito”.
Le aziende partner: ricerca, supporto e visione condivisa
A scandire i momenti della giornata, anche gli interventi tecnici delle aziende partner che hanno sostenuto concretamente l’iniziativa, dimostrando quanto l’innovazione nella cerasicoltura passi anche dalla sinergia tra filiera e industria. Hydro Fert, con Lorenzo Vecchietti e Pasquale Dormio, ha presentato il proprio programma di interventi fogliari sul ciliegio. Domenico Labriola di Diachem ha affrontato il tema del cracking e delle carenze nutrizionali, mentre Giovanni Papa per Almagra ha illustrato le strategie per ottenere frutti di qualità. Giovanni Manca, referente di Quimiqa Massò, ha parlato di tecniche avanzate per la costruzione del frutto, puntando sull’impiego di calcio e glicinbetaina.
A prendere parte all’evento anche Carby Label, partner dell’iniziativa.
Molto più di un evento
Come di consueto, la partecipazione e l’entusiasmo che hanno segnato la Cherry Exhibition confermano l’importanza di una giornata come quella che ieri ha animato le campagne conversanesi. Non solo una vetrina tecnica o un’occasione di networking, ma il tentativo concreto di rimettere in moto un comparto che ha urgente bisogno di coordinamento, ricerca condivisa e coraggio imprenditoriale. Le sfide non mancano – dal clima al cracking, dal “ritardo” varietale alla necessità di sistemi di copertura – ma se c’è un messaggio emerso chiaramente tra i filari è che le risposte e l’interesse ci sono. Serve solo la volontà di cucirle insieme, come un buon abito su misura. E il tempo di farlo è adesso.
Autore: Ilaria De Marinis © fruitjournal.com